la scimmia Adelmina e la sua storia-Adelmina the Monkey and Her Story

la scimmia Adelmina e la sua storia-Adelmina the Monkey and Her Story

Provando a scavare tra le origini della mio rapporto con le scimmie:

non ho avuto degli incontri simpatici, tutt'altro, i classici di chi va in viaggio in Asia.
Ad Arugam bay, saltando da una palma all’altra, una banda di scimmie urlatrici bullizzavano rochi che cercava di tenerle lontane da casa, a Bingin rubavano il costosissimo cruncy della colazione, a Varanasi ne ho vista una rabestare nel mio zaino e provarsi i  miei vestiti.  Le peggiori a Bali, quelle istruite dai monaci dei templi di Uluwatu e di Ubud  in questo show napoletano: le maledette ti sfilano le infradito dai piedi tra un passo e l'altro, lesto come loro  il monaco arriva in tuo aiuto minacciandole con una fionda e, restituendoti la refurtiva, chiede gentilmente un'offerta, insomma un'associazione a delinquere di chiaro stampo camorristico. 

Ma, nonostante tutto, non riesco a non trovarle simpatiche.  Uniche conferme a questa simpatia a prescindere che nutro nei loro confronti sono il balsamo di scimmia bianca, panacea universale di cui ho fatto scorta nelle bancarelle di Bangkok,  e la scimmia curatrice di Adelmino.
Mio nonno  Adelmino soffriva di iperattività immaginifica, eufemismo per dire che forse era un po' mitomane o che aveva un principio di Alzheimer e, tra i vari aneddoti pittoreschi che usava raccontarci,  c'era quello della scimmietta che in Africa lo aveva salvato dalla malaria perniciosa portandogli acqua e nutrimento ogni mattina e prendendosi cura di lui fino alla guargione. Me la sono sempre immaginata intenta a passargli le pezzole sulla fronte, a preparargli unguenti speciali e a pettinargli i fini capelli biondi e voglio credere che se non fosse stato per le sue cure magiche forse non sarei qui a disegnarla e a scrivere di lei.

 

As I try to delve into the origins of my relationship with monkeys:

I didn't have pleasant encounters, quite the opposite, they were the typical experiences for someone traveling in Asia. In Arugam Bay, while leaping from one palm tree to another, a gang of howler monkeys harassed poor Rocky, who was trying to keep them away from our home. In Bingin, they stole our expensive breakfast cereal. In Varanasi, I saw one rummaging through my backpack and trying on my clothes. The worst were in Bali, the ones educated by temple monks in Uluwatu and Ubud. In a sort of Neapolitan spectacle, these cursed monkeys would skillfully swipe your flip-flops off your feet as you walked. Swift as they were, a monk would come to your rescue, threatening them with a slingshot and, upon returning your stolen property, would politely ask for a donation. It was like a criminal association with a clear mafia-like touch.

But, despite it all, I can't help but find them endearing. The only confirmations of this enduring affection I have for them are the 'White Monkey Balm,' a universal panacea I stocked up on in the markets of Bangkok, and Adelmino's healing monkey.

My grandfather Adelmino suffered from vivid imagination, which is a euphemism for saying he might have been a bit of a storyteller or had an early stage of Alzheimer's. Among the many colorful anecdotes he used to tell us, there was one about a little monkey in Africa who saved him from deadly malaria by bringing him water and food every morning and taking care of him until he recovered. I always pictured her tending to his feverish forehead, preparing special ointments, and combing his fine blonde hair. I'd like to believe that if it weren't for her magical care, I might not be here drawing her and writing about her.

 

 

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